Scoprire l’arte ad occhi chiusi: da semplice muro a percorso sensoriale con i bassorilievi dello scultore Remo Ponti.
Un pesce, una coccinella, una spirale, uno scarabeo, forme e disegni che insieme formano una vera e propria opera d’arte, per sua natura accessibile anche ai non vedenti: un percorso sensoriale a cielo aperto.
Visitatori giungono ad Albino da tutta la provincia per ammirare il muro scolpito che è apprezzato anche dalle persone con disabilità visiva. Un semplice muro di sassi che Remo Ponti ha trasformato in un’opera di 600 bassorilievi toccando le tematiche della vita: l’uomo, la donna, la natura o lasciando correre il suo estro in opere dal carattere più astratto.
Le dita accarezzano le pietre scolpite e riescono a coglierne tutti i particolari: il muro infatti rappresenta per i non vedenti un’opera d’arte a cielo aperto, un vero e proprio percorso sensoriale. Recentemente una delegazione dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti Sezione di Bergamo ha fatto visita al muro, guidata dallo stesso Ponti.
“La fruizione dell’immagine da parte di un vedente – spiega Parimbelli, consigliere dell’Uci – è sintetica: con l’occhio si coglie subito l’insieme dell’opera. Il non vedente, invece, esplorando con le mani ha un approccio analitico: l’esplorazione va fatta prima di tutto in modo generale, cercando di capire le dimensioni, il materiale, la forma. La seconda fase è la cosiddetta lettura iconografica nella quale si percorrono con le dita delle mani i dettagli della forma: se è un volto si riconoscono occhi, naso, bocca, capelli. Il risultato è che il non vedente capisce e coglie molto di più l’opera, perché apprezza tutti i dettagli, mentre un vedente guarda l’insieme, ma gli sfuggono i particolari”.