Il piacere di leggere: questo il fine del progetto «Una storia per», percorso di educazione alla lettura per una classe seconda della scuola primaria. Allineato con le Indicazioni Nazionali del MIUR del 2012, coinvolge la famiglia, la scuola, il territorio.
Lo ricordano le Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione: «la consuetudine con i libri pone le basi per una pratica di lettura come attività autonoma e personale che duri per tutta la vita. Per questo occorre assicurare le condizioni […] da cui sorgono bisogni e gusto di esplorazione dei testi scritti». Ma quali sono, nel concreto, queste condizioni?
Per rispondere, noi del gruppo di lavoro di «Una storia per» siamo partiti da una constatazione essenziale: impariamo a leggere per sapere cosa c’è scritto, ma continuiamo a leggere solo se vogliamo sapere come va a finire. E qui sta la chiave del progetto: proporre ai bambini la bella letteratura per l’infanzia, quella che incuriosisce, fa emozionare, tiene incollati alla pagina e, come inevitabile conseguenza, fa pensare. Per veicolare la bella letteratura, però, l’ambiente scolastico da solo non è sufficiente; da qui la necessità di fare sistema e dialogare con le famiglie e con il territorio.
«Il tempo per leggere si ruba agli obblighi della vita, come il tempo per amare», scrive Daniel Pennac. E, aggiungiamo noi, il tempo per leggere a volte coincide con il tempo per amare: leggere ad alta voce per l’altro significa infatti condividere un momento, dedicare all’altro tempo, cure e attenzioni. Il senso di affetto di cui viene investito il momento della lettura condivisa può così rendere la lettura stessa un gesto piacevole e rilassato, anziché un momento prestazionale o esclusivamente funzionale a un qualcosa. Sarà questo, quindi, il primo impegno che chiederemo alle famiglie: rafforzare – o recuperare – il momento della lettura condivisa, accogliendo i suggerimenti che daremo loro nel corso dell’anno.
Con il territorio, invece, abbiamo aperto un dialogo importante: parteciperemo alle attività proposte da La Vallata dei Libri Bambini, festival di letteratura per ragazzi che si svolge nel territorio attiguo alla scuola, e ci appoggeremo ai servizi della biblioteca civica, inserita nella Rete Bibliotecaria Bergamasca. La biblioteca ci aprirà le porte per una visita organizzata, così da accompagnare i bambini verso la frequentazione dei servizi bibliotecari, e, soprattutto, sarà un appoggio essenziale per l’installazione di una piccola biblioteca di classe: ogni 30 giorni prenderemo infatti in prestito circa 30 titoli diversi per genere, contenuto e difficoltà, costituendo una biblioteca rotante costantemente aggiornata.
Alla scuola, infine, una difficile responsabilità: trovare il delicato equilibrio tra la strumentalità della lettura e la lettura di piacere. Anche le già citate Indicazioni Nazionali, infatti, sottolineano come la scuola, pur insegnando la lettura strumentale, non debba «mai tralasciare la pratica della lettura […] senza alcuna finalizzazione, al solo scopo di alimentare il piacere di leggere». Anche da qui, quindi, i dieci minuti di lettura ad alta voce che gli insegnanti regaleranno alla classe ogni giorno, i trenta minuti a settimana di lettura autonoma accordati alla classe per leggere e «spizzicare» dalla libreria di classe e i cinque incontri che la classe svolgerà con esperti di settore ed educatori alla lettura.
Questo, per sommi capi, è «Una storia per»: un percorso che, dialogando con la classe, i docenti, le famiglie e il territorio, intende affiancare i bambini nei loro primi passi nella bella letteratura.
Per approfondire:
Blezza Picherle, S. (2013) Formare lettori, promuovere la lettura. Riflessioni e itinerari narrativi tra territorio e scuola, Milano, FrancoAngeli.
DM 254/12, Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del 5/02/2013, pp. 30-31.
Pennac, D. (2013), Come un romanzo, Milano, Feltrinelli.
(Di: Viviana Grassi, Fonte: Dire Fare Insegnare)